Cinofilia forense e il caso Saman Abbas

Intervengo in merito alle discussioni che stanno accendendo il settore cinofilo forense e da soccorso a seguito del ritrovamento dei miseri resti di Saman Abbas. Da un punto di vista della ricerca e soccorso sono anni che mi spertico a chiedere la fissazione di uno standard di attendibilità delle unità cinofile. Con questa finalità ho ideato e presentato il Progetto Rosamunda. Con PENELOPE VENETO abbiamo cercato di portare avanti una riflessione proprio a questo proposito offrendo formazione e confronto. Abbiamo creato il “caso” in Veneto e proposto soluzioni. Anche nella mia tesi di master ho affrontato questo tema a mio parere “caldissimo” declinando la ricerca scomparsi con best practices e livelli uniformi di addestramento e test di verifica affidabilità. Per i cani da resti umani/cadavere il discorso si complica per la difficoltà di ottenere in addestramento un odore target soddisfacente. Isontina K9 ha nell’oggetto sociale questo tipo di ricerca e mi ci sono approcciata personalmente trovandomi costretta ad interrompere per impossibilità di generalizzare (concetto cinofilo). Io ritengo che chi prende posizione su questa delicata materia deve sia conoscere gli studi scientifici che saper addestrare un cane che saper formare unità cinofile perché è indispensabile confrontarsi con le teorie degli odori (chimica e biologia) ed il movimento degli stessi (dinamica) e con i limiti fisici e mentali del conduttore e del cane. Quindi noi continueremo a portare avanti i progetti professionalizzanti e a evidenziare pro e contro nell’utilizzo delle unità cinofile in soccorso nonché ad esplorarne l’utilizzo forense. L’obiettivo è ottenere la massima affidabilità del risultato.